the exit experience

The Exit Experience

the exit experience

06 APR 2019 The Exit Experience

Pubblicato da Redazione

L’off-boarding è un momento dell’employee journey che non può più essere trascurato. Ne ha parlato recentemente Barbara Demichelis  su LinkedIn: ne ripubblichiamo qui i passaggi salienti.

 

Il fattore bookshop

Hai presente quando, uscendo da un museo, si passa obbligatoriamente dal bookshop? Anche se la mostra non è stata all’altezza delle aspettative, un giretto fra scaffali e banchetti lo si fa e, fosse anche solo per una cartolina o una matita souvenir, qualcosa la si compra.

 

Siamo tutti ambassador

Con quegli acquisti brandizzati, consapevolmente o meno diffondiamo l’immagine del Museo, della mostra, dell’artista, della casa editrice che ha pubblicato il catalogo o il poster.

Pensi sia molto diverso da quanto accade durante l’uscita da un’azienda, quando termina il rapporto di lavoro fra datore e collaboratore? Stiamo chiudendo un’esperienza che ci ha coinvolto per un considerevole periodo di tempo, che ci lascerà un mix di ricordi buoni e cattivi, di cui parleremo bene o male con amici e parenti, che in futuro ci terrà legati, o al contrario distanti, dai prodotti/servizi della nostra (ex) azienda.

 

Da off-boarding ad exit experience

Il meccanismo è lo stesso: bisogna ripensare al momento del “congedo” come parte integrante dell’employee experience. E come tale gestirlo con cura.

Un recente rapporto Gallup (Perspective on Exit Programs 2018) offre due informazioni rilevanti.

  1. Solo il 45% dei leaver è soddisfatto di come la propria organizzazione abbia gestito il processo di uscita.
  2. Chi la percepisce come esperienza positiva triplica la propensione a raccomandare quell’azienda ad altri, rispetto a chi l’ha vissuta negativamente o in modo neutro.

Nella definizione operativa di exit experience, la nostra anima HR mette al primo posto il rispetto per l’individuo. Ma, se pensiamo all’employee journey come ad una customer experience, dobbiamo prendere in considerazione anche altro.

 

Cosa sta cambiando

  • Nel mercato del lavoro, i leaver sono tutti potenziali ambassador.
  • I leaver possono restare clienti del mio brand, nonché ambassador.
  • I leaver potranno rientrare in azienda in futuro: visto il tasso di turn over dei Millenials (circa 2 anni di permanenza in azienda) questo accadrà molto più spesso di oggi.

 

La Exit Interview: qualche best practice

È uno strumento in giro da vent’anni ma non sempre sfruttato al meglio. In generale serve a capire cosa abbia funzionato nella relazione e a far leva su questi aspetti nei confronti di chi resta; o a comprendere cosa sia andato storto e a raccogliere indicazioni per migliorare (in termini di gestione, di leadership…).

Due le best practice da mettere in atto.

  1. Anticipare la exit interview al momento della comunicazione della dimissione o della “dismissione”, anche se mancano 2 o 3 mesi all’uscita effettiva: avere informazioni prima possibile su “ragioni e sentimenti” può fare la differenza sul valore di questo strumento.
  2. Cercare di creare nel leaver la percezione che il proprio manager abbia fatto il possibile per trattenerlo/a.

Nel caso di “uscita forzata”, la percezione nel leaver dovrebbe invece essere di grande trasparenza e massima chiarezza su quanto, nel rapporto di lavoro, non girava per il verso giusto, per così dire. E comunque, considerare almeno un’ora di ascolto attivo per scoprire insieme come limitare l’impatto potenzialmente pesante di una bad exit.

 

Le app di off-boarding

I nuovi strumenti digitali sono ancora sottovalutati nonostante semplifichino parecchio le operazioni di congedo: per esempio, è davvero facile usare lo smartphone per restituire la strumentazione aziendale o per compilare e inviare la modulistica.

Non trascurabile, infine, il tono più diretto ed empatico, pure con colleghi e capi lontani, anche per parlare in modo professionale del proprio nuovo futuro.

 

Per concludere

Le nuove generazioni già scelgono un’azienda per alcuni processi di gestione quali recruitment, selezione, on boarding e performance management: non è lontano il giorno in cui baderanno anche a quale stile di off-boarding viene messo in pratica in quel “best place to work”.

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