sbagliando si impara

Sbagliando s’impara

sbagliando si impara

14 APR 2019 Sbagliando s’impara

Pubblicato da Redazione

Ce lo dicevano da piccoli: sbagliando s’impara. Poi, da grandi, lo sbaglio viene stigmatizzato. Invece, è importante dare nuovo valore all’errore. È quanto stiamo per fare, sull’onda del lavoro di Francesca Corrado e del libro che ha appena pubblicato. Dove, addirittura, il fallimento viene elogiato.

 

Ribaltare il punto di vista

Cosa farei davanti a un cv che invece di successi elenca fallimenti? Sarei spiazzato da una sequenza di “I did not get into” al posto di incarichi e job description?

Era quanto ci domandavamo in aula durante l’intervento di Francesca Corrado all’edizione SOR – Selection Outsight Room – di giugno 2018, contemplando la slide col cv of failures di un docente americano. Il prof aveva preferito raccontare se stesso e la sua carriera in modo originale: elencando tutto quel che nella vita gli era andato storto.

 

Perché un cv of failures?

Il modo in cui affrontiamo (e superiamo) le difficoltà può dire di noi molto più che una cronologia d’incarichi – che peraltro non è detto siano stati un successo.

Il professore americano, nella lettera di accompagnamento al suo cv dei fallimenti, diceva di “voler rimettere a posto il punto di vista”.

«Molte delle cose in cui mi sono cimentato sono state un fallimento. Ma di questi insuccessi non rimane mai traccia. Di quanto portato a termine, invece, sì. I successi sono visibili, i flop no. E ho notato che questo criterio di rappresentazione desse un’immagine parziale di me, una fotografia distorta del mio curriculum, della mia esperienza, della mia vita.»

Non sempre le cose vanno per il verso giusto. Anzi: è dai momenti di crisi, quando si tocca il fondo e il gioco si fa duro, che arriva il bello.

 

Elogio del fallimento

Torniamo in aula. Di insuccessi e fallimenti se ne intende parecchio anche la nostra relatrice: dopo un annus horribilis (nel 2014 chiude la sua impresa, si separa dai soci e anche dal compagno, torna a vivere dal padre cui diagnosticano l’Alzheimer) Francesca prende il toro per le corna invertendo gli addendi.

«Assistere mio padre malato è stato catartico: la malattia lo stava trasformando in un’altra persona, e con lui anch’io dovevo imparare a vivere una nuova vita: cercare un nuovo lavoro, vivere in una nuova città, abitare in una nuova casa.»

Da ricercatrice qual è, ha iniziato a studiare errori ed insuccessi con approccio scientifico. Il risultato? Ha fondato la Scuola di fallimento e, a inizio 2019, ha pubblicato Elogio del fallimento – che è venuta a presentarci qualche giorno fa al 7° appuntamento di SOR.

L’argomento è stuzzicante ed anche attuale: in tempi di crisi e recessione, il fallimento è dietro l’angolo. Colpisce senza distinzioni o “meriti” particolari.

Sfogliare il libro è divertente, perché a elogiare il fallimento ci pensa già l’Indice, strutturato con metodo: capitoli definiti “lezioni”, titoli e sottotitoli degni del miglior Umberto Eco. Un manuale d’uso sul fallimento, in pratica.

 

Le 5 lezioni sul fallimento

  1. La vita è complessa e l’errore è naturale
  2. La mente è complessa e apprende per prove ed errori
  3. Non avere paura di scegliere e ragionare fuori dagli schemi
  4. Il successo come somma di esperienze fallimentari
  5. Per non errare devi conoscere

Scoprire i propri limiti significa scoprire anche i propri talenti.

La tesi di Francesca non solo ribalta il punto di vista, ma ci insegna a trasformare l’insuccesso in strumento per fare goal.

 

Diversity drives Innovation

Nel suo blog, Francesca scrive: «Qualsiasi cosa osservata da una certa angolazione, in un preciso momento della nostra vita, sotto una luce diversa cambia la sua ombra, la sua forma, persino di significato. Cambiando punto di osservazione […] l’insuccesso è in grado di rivelare il suo potere e la sua bellezza.»

Non è una bellissima lezione di Diversity, tutto questo?

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